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La seconda battaglia di Stockach e Engen fu combattuta il 3 maggio 1800 tra l'esercito francese, sotto il comando Jean Victor Moreau, e l'esercito asburgico, guidato da Paul Kray. La battaglia avvenne nello stesso luogo in cui, un anno prima, il generale Jourdan registrò un'importante sconfitta contro le truppe austriache. Moreau, invece, ottenne un'incoraggiante vittoria contro l'esercito imperiale.
Seconda battaglia di Stockach parte della guerra della Seconda coalizione | |||
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Seconda battaglia di Stockach | |||
Data | 3 maggio 1800 | ||
Luogo | Stockach e Engen, Germania | ||
Esito | Vittoria francese | ||
Schieramenti | |||
Comandanti | |||
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Effettivi | |||
Perdite | |||
Voci di battaglie presenti su Wikipedia | |||
Nel 1799 le principali potenze europee si erano schierate contro la Francia con il comune obiettivo di rovesciare la repubblica e ripristinare il precedente regime monarchico. L'esercito austro-russo di Suvorov aveva trovato ampi successi in Italia mentre un secondo esercito asburgico era impegnato a monitorare il passaggio del Reno.[2] La sconfitta di Suvorov in Svizzera ad opera di Massena e il fallimento dell'invasione dell'Olanda, unite alla scarsa collaborazione dei suoi alleati, avevano progressivamente convinto lo zar Paolo I a ritirare le proprie forze.[3][2]
Dopo l'ascesa al potere politico, ottenuto grazie al colpo di Stato del 18 brumaio, Napoleone, da poco tornato dall'Egitto, doveva trovare il modo di ricompensare i suoi alleati e di stabilizzare il suo ruolo, in modo da evitare un nuovo rovesciamento, come frequentemente era accaduto negli ultimi anni. Al generale Moreau, che, nonostante le personali antipatie, aveva collaborato con Napoleone per la riuscita del colpo di stato, venne affidato il comando dell'Armata del Reno e del Danubio. Nel frattempo, Napoleone stava radunando a Digione una nuova armata, la cosidetta Armata di Riserva, affidando la sua creazione al generale Berthier. Il Primo console aveva intenzione di guidare personalmente tale armata e di servirsene per sconfiggere gli austriaci e costringerli alla resa, cementando definitivamente la sua presa al potere e finalmente concludere la guerra, quando il suo appello alla diplomazia non aveva trovato alcun ascolto da parte dei suoi nemici.[4][3]
Napoleone aveva ideato due possibili alternative: unire l'Armata di Riserva alle forze di Moreau e puntare direttamente a Vienna o calare alle spalle delle forze di von Melas attraversando le Alpi ed intrappolarli. Moreau si rifiutò categoricamente di seguire la prima strada: non avrebbe mai ceduto il comando del proprio esercito a Napoleone, semmai sarebbe stato lui a comandare il nuovo esercito. Non trovando la collaborazione del comandante delle armate settentrionali, Napoleone optò per la seconda scelta: attraversare le Alpi e colpire gli austriaci alle spalle.[5]
A sconvolgere i piani del generale corso, fu l'imprevisto attacco austriaco all'Armata d'Italia di Massena: nel giro di due settimane, le forze francesi rimaste nel nord della penisola furono separate e il grosso dell'esercito fu costretto a rifugiarsi a Genova, dove avrebbe subito un lungo ed estenuante assedio in attesa dell'arrivo di rinforzi.[6][7] Dall'altro lato, i pochi uomini sotto la guida di Suchet, avrebbero dovuto resistere alla pressione degli austriaci, nel frattempo giunti sino a Nizza, per evitare l'invasione della Francia meridionale ed il conseguente crollo della repubblica stessa.[6]
L'esercito francese si trovava sul Reno ed era organizzato in quattro corpi d'armata, ognuno a sua volta organizzato in divisioni:
Queste forze erano affiancate da 13000 cavalli e 116 pezzi d'artiglieria. Il capo di stato maggiore di Moreau fu Desolles.[8][9][10]
Per attuare il brillante piano di Bonaparte contro le forze austriache in Italia, era comunque necessario l'aiuto di Moreau: per massimizzare le proprie possibilità di successo, Napoleone doveva ridurre lo svantaggio numerico nei confronti dell'armata al comando di von Melas e per fare ciò aveva bisogno di prelevare circa 20000 uomini dall'esercito di Moreau e spostarli in Italia. Ovviamente, questo implicava direttamente che Moreau avrebbe prima dovuto affrontare e sconfiggere Kray, che nella primavera del 1800 aveva sostituito l'arciduca Carlo, in modo da garantire sufficiente stabilità nel fronte tedesco da poter permettere ai suoi uomini di dirigersi a sud senza che vi fossero conseguenze.[11][12][13]
Napoleone, che voleva una rapida vittoria su Kray per portare avanti i suoi progetti per l'Armata di Riserva, tenuti meticolosamente segreti persino allo stesso Moreau,[14] aveva proposto una manovra audace, che comprendeva la concentrazione dell'esercito del Reno in Svizzera ed un attraversamento del Reno a Sciaffusa per colpire le vie di comunicazione di Kray con Monaco di Baviera a Stockach, colpendo la sua ala sinistra, situata dietro alla Foresta Nera. La manovra, con opportune precauzioni sarebbe potuta essere nascosta agli occhi del nemico ed avrebbe portato alla distruzione, o comunque alla ritirata, dell'esercito imperiale.[15] Moreau, per natura molto più prudente di Napoleone, espose i rischi di questa stategia, che lasciava completamente indifeso il Reno e che sarebbe fallita in caso di un movimento retrogrado dell'esercito austriaco. Nonostante le rassicurazioni di Bonaparte, Moreau rimase scettico e poco collaborativo. Propose al console un piano diverso, più lento ma sicuro, che avrebbe garantito la protezione del Reno ed avrebbe avuto ugualmente gli stessi risultati dell'altra manovra:
La manovra di Moreau era molto più complicata di quella di Bonaparte, ma ugualmente valida.[16] Napoleone, fiducioso di riuscire a convincere Moreau, convocò Desolles ed illustrò a lui i vantaggi del piano originale. Desolles, militare capace, comprese la superiorità del piano di Bonaparte rispetto a quello di Moreau, ma provò a convincere Napoleone a lasciar agire il comandante dell'Armata del Reno di testa propria. Non potendo fare a meno di un comandante abile come Moreau, l'unico altro generale capace di gestire una campagna autonomamente, accettò il piano proposto dal generale, seppur dimostrandosi in privato infastidito e seccato dal suo atteggiamento.[17] La profonda rivalità tra i due condottieri si ritiene abbia avuto inizio da questo episodio.[18] L'ostinazione di Moreau causò vari ritardi rispetto alle previsioni iniziali ma, finalmente, il 25 aprile la complicata manovra del generale francese ebbe inizio.[19]
Le forze di Moreau sulla sinistra attaccarono Kienmayer, cacciandole dagli avamposti nella Foresta Nera e forzandolo a trovare rifugio ad Offenburg. Lo stesso giorno si mosse il centor di Saint-Cyr, che attraversò a Breisach e colpì le forze di Giulay, costringendole prima ad una strenua resistenza a Friburgo per poi scalzare e mandarle in fuga verso Neustadt. Da questi movimenti, Kray credette che Moreau volesse forzare le valli dell'Enfer e del Kintzig per raggiungere le sorgenti del Danubio e svoltare la gola del Kniebis. Quindi, rafforzò la propria ala destra. Il resto della manovra di Moreau procedette alla perfezione: Kray, non capendo dove muoversi, lasciò campo libero ai francesi, che ebbero il tempo di spostarsi seguendo il piano originariamente delineato dal loro comandante. Con l'eccezione della sinistra di Saint-Suzanne, l'intero corpo di Moreau aveva occupato nelle prime giornate di maggio le valli del Wutach, dell'Alb e di Wiesen e puntava a Stockach, punto chiave per i rifornimenti di Kray. L'austriaco, che iniziava a comprendere la gravità della propria posizione, decise di affrontare Moreau a Stockach, per impedirgli di recidere le sue vie di comunicazione raggiungendo Ulm.[20][9][21]
I combattimenti vicino a Engen provocarono uno stallo con pesanti perdite da entrambe le parti. Tuttavia, mentre i due eserciti principali erano impegnati a Engen, Claude Lecourbe strappò Stockach ai suoi difensori austriaci (questi ultimi comandati da Joseph, Principe di Lorena-Vaudemont). La perdita della sua principale base di rifornimento a Stockach costrinse Kray a ordinare una ritirata.
La vittoria di Moreau costinse gli austriaci a retrocedere. Proseguendo sulla scia del successo iniziale, le forze repubblicane avanzarono ulteriormente sul suolo tedesco, ingaggiando gli austriaci altre due volte e riportando altrettante vittorie. A metà maggio, con l'esercito imperiale ben lontano dalla Svizzera, l'esercito di Napoleone poté muoversi tranquillamente per la sua campagna in Italia
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