Bartolomé de Las Casas
vescovo cattolico spagnolo / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Bartolomé de Las Casas (in alcuni testi italiani tradotto con Bartolomeo; Siviglia, 11 novembre 1474 o 1484[2] – Madrid, 17 luglio 1566) è stato un vescovo cattolico spagnolo, impegnato nella difesa dei nativi americani. Viene altresì ricordato per aver inizialmente proposto a Carlo V l'importazione di schiavi neri per sostituire gli indigeni nei "laboriosi inferni delle miniere d'oro delle Antille"; tuttavia, ritrattò in seguito questa posizione, schierandosi al fianco degli africani schiavizzati nelle colonie[3][4][5]. Fu anche il primo ecclesiastico a prendere gli ordini sacri nel Nuovo Mondo. I padri Domenicani della Curia Provinciale di Siviglia hanno aperto la causa della sua beatificazione nell'anno 2002, per cui la Chiesa cattolica gli ha assegnato il titolo di Servo di Dio[6].
«Tutta questa gente di ogni genere fu creata da Dio senza malvagità e senza doppiezze [...].»
(Celebre critica di Bartolomeo de Las Casas a chi considerava gli indios non-figli di Dio[1].)
Bartolomé de Las Casas, O.P. vescovo della Chiesa cattolica | |
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Ritratto di mons. de Las Casa presso l'Archivio Generale delle Indie | |
Incarichi ricoperti | Vescovo di Chiapas (1543-1550) |
Nato | 11 novembre 1474 o 1484 a Siviglia |
Ordinato presbitero | 1510 |
Nominato vescovo | 19 dicembre 1543 da papa Paolo III |
Consacrato vescovo | 30 marzo 1544 dal vescovo Diego de Loaysa, C.R.S.A. |
Deceduto | 17 luglio 1566 a Madrid |
Firma | |
Su suo impulso e grazie alla sua attività di denuncia del sistema di sfruttamento degli indios, vennero compilate le "Leggi nuove" ratificate da Carlo V, con cui venivano abolite le encomiendas, strutture organizzative agricole fondate su un sistema schiavistico-feudale, principale causa dello sfruttamento dei nativi.[7]