Augusto nell'eredità storica culturale
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La figura di Augusto nell'eredità storica culturale ha sviluppato una varietà di interpretazioni, ricordi e miti, sviluppatisi in più di duemila anni intorno al fondatore dell'Impero romano.
Augusto è considerato un personaggio di fondamentale importanza per la storia d'Europa e del Mondo occidentale e il fondatore di un regime politico che ha controllato e governato per secoli il bacino del Mediterraneo e buona parte dell'Europa. Fu probabilmente il più importante tra gli imperatori romani. Michael H. Hart[1] lo posiziona al diciottesimo posto nella classifica dei più importanti personaggi della Storia.
Una parte della storiografia moderna peraltro ha analizzato criticamente la personalità e l'operato politico di Augusto; a partire soprattutto dagli studi dello storico neozelandese Ronald Syme[2], Augusto è stato duramente criticato per il suo comportamento spietato e opportunistico prima dell'assunzione del potere, per la sua ipocrisia e la sua evidente ambizione egemonica e per la sua decisione irreversibile di organizzare un reale regime dittatoriale personale, chiudendo l'epoca della Repubblica romana.
L'immagine di Augusto si è modificata più volte nel corso dei secoli ed è stata spesso strumentalizzata per scopi che con la persona e la politica del Princeps hanno poco o nulla a che fare. Già Augusto stesso si è mosso per lasciare ai posteri una immagine di sé il più possibile positiva. La sua autobiografia (Commentarii de vita sua) è andata persa, ma l'elenco delle imprese, il cosiddetto Res gestae divi Augusti, dà una buona idea di come il principe volesse essere visto. Una trascrizione delle res gestae è ancora oggi visibile sul lato est del basamento del museo dell'Ara Pacis a Roma, unico elemento rimasto della pre-esistente costruzione, la teca del Morpurgo.
Ciò che meglio ricorda questo imperatore nella cultura occidentale quotidiana è l'ottavo mese dell'anno, Agosto, che fu rinominato in suo onore dal Senato romano, nell'anno 8 a.C., quando l'imperatore entrò nel pantheon delle divinità adorate dai Romani. E sempre da Ottaviano Augusto prende il nome anche il ferragosto (feriae Augusti). Si dice spesso che agosto ha trentuno giorni perché Augusto voleva che il suo mese corrispondesse alla lunghezza del Luglio di Gaio Giulio Cesare, ma questa è un'invenzione dello studioso del XIII secolo Giovanni Sacrobosco. Sextilis infatti aveva trentuno giorni prima di essere rinominato, e non fu scelto per la sua lunghezza.[3]