Abhidhamma Piṭaka
testo del canone buddista pāli / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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L'Abhidhamma Piṭaka (pāli; sanscrito: Abhidharma Piṭaka; "Canestro della dottrina ulteriore"), è una delle tre sezioni del Tripiṭaka ("tre canestri")[1] o, più semplicemente, del canone buddista. Nel corso dei secoli sono pervenute due raccolte canoniche complete dell'Abhidharma: quella in lingua pāli del canone pāli, relativa al theravāda, e quella del sarvāstivada, noti anche come vaibhāŝika, quest'ultima sopravvissuta grazie alla traduzione nel canone buddista cinese. Questa opera è sempre stata oggetto di una grande attenzione e di un rispetto reverenziale; per esempio ai novizi era vietato interrompere i monaci anziani quando erano impegnati a ragionare sui contenuti abhidharmici. La deferenza nei riguardi dell'Abhidharma era profonda ed ampia all'interno della comunità buddista, tanto che lo stesso Kumārajīva (344-413), noto per la traduzione in cinese di circa settantadue testi buddisti, considerava l'Abhidharma il punto d'inizio e la base per la diffusione del pensiero buddista in Cina[2].
Canone pāli | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Vinaya Piṭaka | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Sutta Piṭaka | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Abhidhamma Piṭaka | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Nell'ambito del buddismo, conoscere approfonditamente l'Abhidharma significa conoscere la realtà non convenzionale del mondo fenomenico e permettere così di fare propri i concetti cardine che si presentano continuamente nei sutta. Se il buddismo è “guardare le cose così come sono”, l'Abhidharma enuclea i costituenti ultimi della realtà, li descrive e ne delucida le relazioni che tra essi intercorrono.
L'abhidharma è considerabile un'espansione filosofica o metafisica del corpus dottrinario buddista.