Via delle Botteghe Oscure (romanzo)
romanzo scritto da Patrick Modiano / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Il romanzo Via delle Botteghe Oscure (Rue des Boutiques Obscures, 1978) è il sesto romanzo scritto dall'autore francese Patrick Modiano, insignito del Premio Nobel per la letteratura nel 2014.
Via delle Botteghe Oscure | |
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Titolo originale | Rue des Boutique Obscures |
Targa di Via delle Botteghe Oscure a Roma | |
Autore | Patrick Modiano |
1ª ed. originale | 1978 |
1ª ed. italiana | 1979 |
Genere | Romanzo |
Sottogenere | Drammatico |
Lingua originale | francese |
L'opera (il cui titolo potrebbe richiamare alla memoria la via della celebre sede del PCI dove, tra l'altro, lo stesso autore ha vissuto per un certo periodo), ha ricevuto nel 1978 il Premio Goncourt.
Quest'opera è intarsiata di un riuscitissimo gioco di ricordi. Il romanzo di Modiano concerne le vicende vissute da un gruppo di ragazzi durante il periodo dell'Occupazione tedesca di Parigi e della Francia, il tutto a partire dalla ricerca (avvenuta a guerra ormai conclusa) da parte del protagonista, vittima di amnesia, di notizie inerenti al suo passato e alla sua vita in quel periodo di puro terrore. L'opera si apre in medias res e la vicenda si sviluppa attraverso numerosi flashback, spesso legati a ricordi confusi del protagonista; l'ambiente entro cui si muovono i personaggi è principalmente la Parigi del secondo Novecento, descritta con dovizia di particolari sia per quel che concerne i suoi aspetti quotidiani che in merito alle sue realtà più nascoste ed oscure. Tra i 47 capitoli di cui il romanzo è composto, se ne inseriscono spesso alcuni di lunghezza ridotta, dedicati interamente a documenti inerenti alla biografia dei personaggi, a numeri di telefono, a indirizzi o, talvolta, anche a brevi soliloqui del protagonista-narratore circa ricordi tanto fugaci quanto nebbiosi. Come tutti i romanzi di Modiano, Via delle Botteghe Oscure presenta una conclusione sospesa, dovuta al fatto che la riflessione autobiografica su di sé (inseribile all'interno del discorso sull'Io tipico del Novecento) che l'autore attua all'interno delle proprie opere risulta pressoché infinita.
« Gente strana, che al passaggio lascia solo una scia di nebbia che prontamente svanisce. Con Hutte chiacchieravo spesso di questi esseri di cui le orme si perdono. Nascono un bel giorno dal nulla e al nulla ritornano dopo un fugace brillio. Reginette di bellezza, gigolos, farfalle. La maggior parte, anche da vivi, non avevano più consistenza di un vapore destinato a non condensarsi mai. »