Moscato di Scanzo
vino DOCG lombardo / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
Caro Wikiwand AI, Facciamo breve rispondendo semplicemente a queste domande chiave:
Puoi elencare i principali fatti e statistiche su Valcalepio Moscato di Scanzo passito?
Riassumi questo articolo per un bambino di 10 anni
Il Moscato di Scanzo è un vino DOCG, un Moscato passito a bacca nera, la cui produzione è consentita solo nella zona collinare del comune di Scanzorosciate, in Provincia di Bergamo[2], ed unicamente con uve dell'omonimo vitigno Moscato di Scanzo. È definito vino di meditazione: da gustare con lentezza cogliendone tutte le sfumature. L’uva coltivata appartiene alla numerosa famiglia dei moscati. I vitigni di questo gruppo sono accomunati dal fatto di essere aromatici, cioè portano con sé un inconfondibile bagaglio di profumi che si ritrovano poi nel vino. Essendo questo un vino passito l'uva viene torchiata e lasciata appassire: questo processo serve da un lato, ad aumentare gli zuccheri negli acini, dall’altro a iniziare una trasformazione di alcuni composti che daranno al vino la sua tipicità.[3]
Scanzo o Moscato di Scanzo | |
---|---|
Dettagli | |
Stato | Italia |
Regione | Lombardia |
Resa (uva/ettaro) | 7,0 t |
Resa massima dell'uva | 30,0% |
Titolo alcolometrico naturale dell'uva | 12,0% |
Titolo alcolometrico minimo del vino | 17,0% di cui almeno 14% svolto |
Estratto secco netto minimo | 24,0 g/l |
Riconoscimento | |
Tipo | DOCG |
Istituito con decreto del | 28/04/2009 |
Gazzetta Ufficiale del | n. 114 del 19.05.2009 |
Vitigni con cui è consentito produrlo | |
| |
MiPAAF - Disciplinari di produzione vini[1] |
Il Moscato di Scanzo è un prodotto così importante che annualmente si organizza, nel mese di settembre, "La festa del Moscato di Scanzo", in cui le aziende agricole del territorio sono organizzate in stand, dove i visitatori possono procedere con le degustazioni. Nel 2020 la festa non è stata svolta per via dell'emergenza sanitaria Covid, ma si sono programmati comunque quattro weekend in cui le aziende e i ristoranti del territorio hanno proposto i loro prodotti a chilometro zero, comportando un meritevole successo.[4]