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Enrico Carlomagno (Fagnano Castello, 28 ottobre 1876 – Verbicaro, 13 maggio 1959) è stato un magistrato italiano, antifascista e repubblicano.
«Ho sangue ed ardore sufficiente per gridar forte (in queste ondate di follia che tentano di travolgere l'Istituzione di cui fo parte) se la ignominia stia nella Magistratura ovvero nei moralizzatori che siedono in Parlamento.»
(Enrico Carlomagno, 1907)
È l’ultimo illustre dei Carlomagno di Verbicaro, una famiglia del Meridione italiano con esponenti di rilievo fin dal Seicento[1]. Dottore in legge, come il padre e tanti antenati, profondamente antifascista e repubblicano, seguì in magistratura un cusus honorum di grande prestigio, che lo portò alla Prima presidenza della Corte di Appello di Catanzaro ed alla Prima presidenza onoraria della Corte Suprema di Cassazione.
Nel 1946, presidente a Catanzaro, Enrico Carlomagno fu appassionato sostenitore della realizzazione di una statua da porre nel tribunale, che raffigurasse la giustizia e la libertà. Sul basamento di marmo del gruppo scultoreo creato da Giuseppe Rito fu incisa l’epigrafe: ULTIME DEE SUPERSTITI GIUSTIZIA E LIBERTÀ[2]. «L’arte ha il pregio dell’immediatezza. La statua posta al centro dello scalone centrale nell’atrio del Palazzo di Giustizia di Catanzaro esprime nel modo migliore, in una spada sguainata e in ali pronte a librarsi, i valori fondanti di una società. Allo stesso tempo, però, essendo stata fortemente voluta dal Presidente Enrico, dice quale è stata la vera ricchezza dei Carlomagno di Verbicaro e quindi la loro più preziosa eredità»[1].