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Margherita di Valois (Castello di Saint-Germain-en-Laye, 14 maggio 1553 – Parigi, 27 marzo 1615) fu Regina consorte di Francia e Navarra come prima moglie di Enrico IV di Francia.
Margherita di Valois | |
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Margherita di Valois, schizzo attribuito a François Clouet (circa 1572). | |
Regina consorte di Francia e Navarra | |
In carica | 2 agosto 1589 - 17 dicembre 1599 |
Predecessore | Luisa di Lorena-Vaudémont |
Successore | Maria de' Medici |
Regina consorte di Navarra | |
In carica | 18 agosto 1572 - 17 dicembre 1599 |
Predecessore | Antonio di Borbone |
Successore | Maria de' Medici |
Altri titoli | Figlia di Francia Duchessa di Valois Duchessa di Etampes Duchessa di Senlis Contessa d'Agenais Contessa della Rouergue Contessa di Alvernia Contessa di Marle Viscontessa di Carlat Signora di La Fère Signora di Rieux Signora di Rivière Signora di Verdun Signora dell'Albigenois |
Nascita | Castello di Saint-Germain-en-Laye, 14 maggio 1553 |
Morte | Hôtel de la Reine Marguerite, Parigi, 27 marzo 1615 |
Luogo di sepoltura | Basilica di Saint-Denis, Parigi |
Casa reale | Valois-Angoulême |
Padre | Enrico II di Francia |
Madre | Caterina de' Medici |
Consorte | Enrico IV di Francia |
Religione | cattolica |
Firma |
Figlia di Enrico II di Francia e Caterina de' Medici, sposò il re ugonotto Enrico di Navarra. Le loro nozze furono seguite dalla strage di san Bartolomeo e dalla successiva prigionia alla corte del marito, costretto all'abiura. Divenuta l'eminenza grigia del fratello minore Francesco d'Alençon, in opposizione a re Enrico III, svolse per suo conto un'ambasciata segreta nelle Fiandre in rivolta. In seguito si recò assieme alla madre nel Midi per pacificarlo e ricongiungersi al marito, nel frattempo fuggito dal Louvre e tornato al calvinismo.
Fedele discepola del neoplatonismo, a Nérac, manifestò doti d'intellettuale e di mecenate, creando un vivace circolo di letterati, poeti e artisti nell'austera corte navarrese. Politicamente continuò a svolgere il ruolo di mediatrice tra le due corti, ma la sua sterilità e le tensioni causate dalle guerre civili di religione spezzarono il suo matrimonio, mentre i numerosi scandali sessuali nella quale fu coinvolta e che ne compromisero la reputazione, le alienarono la famiglia.
Alla morte del duca d'Alençon, nel 1585 Margherita si schierò con la Lega cattolica nemica del marito e del fratello maggiore. Imprigionata nella fortezza di Usson su ordine di Enrico III, vi rimase in esilio per vent'anni, durante i quali scrisse le proprie Memorie. Divenuta virtualmente regina di Francia, al momento opportuno contrattò abilmente le condizioni per l'annullamento del matrimonio, a cui acconsentì solo dopo il versamento di un lauto compenso.
Tornata a Parigi nel 1605, in ottimi rapporti con l'ex marito e la sua nuova famiglia, si distinse ancora per il suo ruolo di mediatrice lasciando i suoi beni all'amato delfino Luigi e aiutando Maria de' Medici nel periodo di reggenza. Nell'ultimo periodo della sua vita divenne famosa per le sue qualità di mecenate, di benefattrice e di rinomata donna di lettere, dibattendo sulla Querelle des femmes. Morì nel 1615, quando ormai era già una leggenda vivente.[1]
Figura controversa, dopo la sua morte gli aneddoti e le calunnie su di lei hanno creato un mito, che si è consolidato attorno al famoso soprannome di regina Margot (La Reine Margot) inventato da Alexandre Dumas père e che ha tramandato nei secoli l'immagine di una donna ninfomane e incestuosa. Alla fine del XX e all'inizio del XXI secolo, gli storici hanno iniziato una revisione delle fonti, concludendo che molti elementi della sua reputazione scandalosa derivavano da una propaganda anti-Valois e da una strumentale denigrazione della partecipazione delle donne in politica, creato dalla storiografia borbonica nel XVII secolo.