La vanità degli umani desideri
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La vanità degli umani desideri è una satira scritta da Samuel Johnson.[1] Venne composta nel 1749, nel periodo in cui era impegnato nella compilazione di A Dictionary of the English Language. Questo componimento poetico è stato il primo lavoro ad essere pubblicato con il nome di Johnson stampato sul frontespizio.
La vanità degli umani desideri | |
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Titolo originale | The Vanity of Human Wishes |
Frontespizio della prima edizione | |
Autore | Samuel Johnson |
1ª ed. originale | 1749 |
Genere | satira |
Lingua originale | inglese |
Il sottotitolo specifica che si tratta di una imitazione della X Satira: "Il desiderio sbagliato è fonte di sofferenze" del poeta latino Giovenale. A differenza di Giovenale, Johnson cerca di mostrare comprensione per i suoi soggetti poetici. Inoltre, la poesia sulla scia di Giovenale si concentra sulla futilità umana e sulla ricerca della grandezza ma conclude indicando nei valori Cristiani la base per un corretto vivere. Questo componimento rappresenta la seconda imitazione di Giovenale (la prima è stata London del 1738. A differenza di London, La vanità degli umani desideri fa prevalere i temi filosofici su quelli politici. Quest'opera non fu un successo dal punto di vista finanziario, ma in seguito i critici, tra cui Walter Scott e T. S. Eliot, lo considerarono come la più importante opera in versi di Johnson.[2]