Storia del cristianesimo in età medievale
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La storia del cristianesimo in età medievale tratta la storia del cristianesimo dalla caduta dell'impero romano d'Occidente, consuetudinariamente fissata nel 476 d.C. (termine dell'età antica), alla fine del medioevo che la storiografica tradizionale fissa nel 1492 con la presunta scoperta dell'America. Se, agli inizi dell'Alto medioevo, l'Occidente cristiano si trovò a fare i conti con i vari regni romano-barbarici spesso di fede ariana, la vita della comunità dei fedeli d'Oriente continuava ad essere contraddistinta da dispute teologiche che il concilio di Calcedonia del 451 non aveva di certo sopito ma, anzi, aggravato. La distanza politica tra Roma e Costantinopoli ebbe forti ripercussioni anche sulle rispettive Chiese, la cui frattura andò sempre di più ad ampliarsi; tra il 484 al 519 addirittura si verificò il cosiddetto scisma acaciano. Il regno dell'imperatore bizantino Giustiniano I fu caratterizzato da ulteriori gravi dispute teologiche, una delle quali dette origine allo "scisma tricapitolino". La conquista dell'Italia da parte dei Longobardi nel 568 mise in serio pericolo anche la diocesi di Roma, salvata dal provvidenziale intervento di papa Gregorio I.
Verso la fine dell'VIII secolo i papi chiamarono in loro aiuto i Franchi, già convertiti al cristianesimo cattolico con il battesimo di Clodoveo I, che si imposero come difensori della Chiesa ma accentuando l'allontanamento da Costantinopoli. Il regno di Carlo Magno è ricordato per una rinascita che riguarderà anche il cristianesimo che continuerà la sua espansione in Europa. La disgregazione dell'Impero carolingio creò dei vuoti di potere che a Roma resero il papato succube delle nobili famiglie romane con ripercussioni sulla moralità dell'intera comunità ecclesiastica, tanto che gli storici parlano di un Saeculum obscurum per riferirsi al periodo tra XI e X secolo. In Oriente invece, la fine del primo millennio coincise con un periodo di prosperità per il mondo ecclesiastico locale, il quale era riusciti a cristianizzare la Bulgaria e la Rus' di Kiev, dopo aver superato la difficile crisi iconoclasta iniziata a metà del VIII secolo.
L'XI secolo si aprì in Occidente con una profonda riforma della Chiesa, già iniziata il secolo precedente nel mondo monastico, volta a ripristinarne il prestigio combattendo simonia e nicolaismo. Dopo eventi anche drammatici, come la "lotta per le investiture", il papato uscì dalla riforma talmente rafforzato da assumere quella forma di monarchia assoluta che ancora oggi lo contraddistingue; il fenomeno delle crociate, iniziato da papa Urbano II nel 1095, è una dimostrazione del potere della Chiesa di Roma. L'XI secolo vide anche il formalizzarsi, nel 1054, del Grande Scisma tra cristianesimo d'Occidente e d'Oriente che ancora agli anni 2020 divide, rispettivamente, Chiesa cattolica e Chiesa ortodossa. Dopo che il papato ebbe raggiunto il suo massimo potere con il pontificato (1198-1216) di Innocenzo III, iniziò la parabola discendente che lo vide poco meno di un secolo più tardi subire l'umiliazione da parte del re di Francia Filippo il Bello. Il XIV secolo fu drammatico per la cristianità occidentale, trovatasi smarrita e divisa prima dal trasferimento della sede del papato ad Avignone nel 1309 e, successivamente, dal cosiddetto Grande Scisma d'Occidente, iniziato nel 1378. Ricomposto nel 1418, grazie al Concilio di Costanza, il papato ne uscì comunque fortemente indebolito, mentre le nascenti monarchie nazionali avevano dimostrato la loro predominanza sulla Chiesa.
Le sorti della Chiesa Ortodossa di Costantinopoli dopo il Mille seguirono quelle dell'Impero Bizantino, che andò verso un continuo declino, aggravato dalla momentanea conquista da parte degli occidentali nel 1204, e che culminerà con la caduta di Costantinopoli del 1453 per mano dei turchi ottomani guidati da Maometto II. La fine di quello che fu l'Impero Romano d'Oriente avrà ripercussioni su tutta la cristianità che si troverà ad affrontare una nuova età, quella moderna.