Sociologia dell'educazione
Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
La sociologia dell'educazione, anche dell'istruzione o della scuola, è un'area disciplinare della sociologia che studia come i sistemi scolastici influenzano la società, per l'uomo in età pre-adulta da un punto di vista diacronico e sincronico.[1] L'educazione è percepita come un mezzo per mitigare le disuguaglianze sociali e un luogo dove i bambini possono sviluppare le loro capacità intellettive.[2][3]
La sociologia dell’educazione si occupa essenzialmente del rapporto tra educazione e società. La peculiarità dell’approccio sociologico nello studio dell’educazione (che distingue la sociologia dell’educazione da altre discipline come la pedagogia, la psicologia dell’educazione etc.) è che la sociologia non si occupa del processo educativo in sé, o della dimensione psicologica-cognitiva legata all’educazione, o degli stili educativi, ma è interessata, principalmente, al rapporto tra educazione e società, sapendo che le caratteristiche dell’educazione non derivano da un modello ideale ma derivano dalle condizioni sociali nelle quali l’educazione avviene e i processi educativi si realizzano. Dunque la grande novità dell'approccio sociologico all'educazione è proprio quello di fondarsi sulla consapevolezza che le caratteristiche dell'educazione sono strettamente connesse a quelle della società in cui avviene.
Secondo questa disciplina, il rapporto fra educazione e società è stato per lungo tempo contrassegnato dalla prospettiva della dipendenza: secondo questa prospettiva l’educazione dipendeva totalmente dalla società e i processi educativi venivano considerati il prodotto della società in cui si realizzavano; di conseguenza la società era considerata come il motore dei processi e delle istituzioni educative che orientava i processi educativi stessi. Per esempio Durkheim, considerato il padre della sociologia dell’educazione, sosteneva che l’educazione dipendeva totalmente dalla società in quanto la società si configurava come l’autorità morale che vincolava e attraeva a sé gli individui, infatti egli affermò” ogni società considerata ad un momento determinato del suo sviluppo ha un sistema di educazione che si impone agli individui con una forza generalmente irresistibile”. Questo significa che, secondo Durkhaim e secondo questo modello, la cultura si imponeva sui processi educativi, determinando questo rapporto tra società ed educazione in termini di dipendenza. Di questa prospettiva facevano parte, oltre Durkhaim, anche Marx, Weber, Simmel, Mannheim e Parsons che, appunto, intendevano l’educazione come variabile dipendente della società e le istituzioni e i processi educativi come determinati dalle condizioni sociali di riferimento.
Negli ultimi decenni, però questo modello classico, che si fondava sulla logica della dipendenza, che vedeva appunto l’educazione condizionata dalla società, è stato superato e si è costituita una prospettiva molto più articolata che, mettendo in discussione il rapporto di dipendenza tra educazione e società, considera il rapporto tra processi educativi e società molto più interdipendente di ciò che faceva la prospettiva tradizionale. Si passa così dalla fase della dipendenza a quella dell'interdipendenza (che corrisponde agli anni più recenti) tra processi educativi e strutture sociali (ma anche, più in generale, tra la società e i suoi sottoinsiemi): questa fase descrive i processi educativi in rapporto alle strutture sociali nei termini di una reciproca strutturazione.[senza fonte]