Rafael Leónidas Trujillo
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Rafael Leónidas Trujillo Molina (San Cristóbal, 24 ottobre 1891 – Santo Domingo, 30 maggio 1961) è stato un politico e generale dominicano, soprannominato el Jefe (il capo) ed autoproclamatosi Generalísimo y Benefactor del Pueblo (generalissimo e benefattore del popolo), che instaurò un regime dittatoriale in cui dominò come un padrone assoluto la scena politica e le finanze della Repubblica Dominicana[1].
Rafael Leónidas Trujillo | |
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36º e 39º Presidente della Repubblica Dominicana | |
Durata mandato | 16 agosto 1930 – 16 agosto 1938 |
Vice presidente | Rafael Estrella Ureña (1930-1931) Vacante (1932-1934) Jacinto Peynado (1934-1938) |
Predecessore | Rafael Estrella Ureña |
Successore | Jacinto Peynado |
Durata mandato | 18 maggio 1942 – 16 agosto 1952 |
Predecessore | Manuel de Jesús Troncoso de la Concha |
Successore | Héctor Trujillo |
Dati generali | |
Partito politico | Partido Dominicano |
Professione | militare, politico |
Rafael Leónidas Trujillo Molina | |
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Rafael Leónidas Trujillo in uniforme nel 1922 | |
Soprannome | "el Jefe", "el Benefactor"[senza fonte] |
Nascita | San Cristóbal, 24 ottobre 1891 |
Morte | Santo Domingo, 30 maggio 1961 |
Cause della morte | assassinio |
Dati militari | |
Paese servito | Repubblica Dominicana |
Forza armata | Esercito nazionale della Repubblica Dominicana Polizia nazionale della Repubblica Dominicana |
Anni di servizio | 1918 - 1930 |
Grado | Generale di brigata Generalissimo (dal 1934) |
Guerre | Occupazione statunitense della Repubblica Dominicana |
Altre cariche | politico |
"fonti nel corpo del testo" | |
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La sua dittatura, caratterizzata dall'anticomunismo, dal culto della personalità e dal razzismo verso la comunità haitiana, corrispose anche a un lungo e importante processo di industrializzazione e di rinnovamento del sistema finanziario della Repubblica Dominicana, sulla base di una dura repressione dell'opposizione e su un intenso sfruttamento della forza lavoro. Il governo di Trujillo è considerato come una tra le dittature latine più sanguinose dell'età contemporanea[2], sotto cui morirono circa 50.000 persone, tra oppositori politici, rivoltosi e vittime della propaganda anti-haitiana dell'epoca.