Nikolaj Michajlovič Romanov
granduca di Russia / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Nikolaj Michajlovič Romanov (Carskoe Selo, 26 aprile 1859 – Pietrogrado, 28 gennaio 1919) è stato il figlio maggiore del granduca Michail Nikolaevič di Russia e della moglie Cecilia di Baden, nonché primo cugino dello zar Alessandro III.
Nikolaj Michajlovič Romanov | |
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Il granduca Nikolaj Michajlovič in una fotografia d'epoca | |
Granduca di Russia | |
Nome completo | Николай Михайлович Романов |
Trattamento | Sua Altezza Imperiale |
Nascita | Carskoe Selo, 26 aprile 1859 |
Morte | Pietrogrado, 28 gennaio 1919 (59 anni) |
Dinastia | Romanov |
Padre | Michail Nikolaevič Romanov |
Madre | Cecilia di Baden |
Religione | Ortodossa russa |
Studioso e storico eminente, diede importanti contributi allo studio della storia russa relativa al periodo del regno di Alessandro I. I suoi lavori, pubblicati in russo e francese includono i documenti diplomatici dello zar Alessandro I e Napoleone, la biografia dell'amico dello Zar, Paul Strogonov e alcuni studi biografici su Alessandro I e la moglie, l'imperatrice Elizaveta Alekseevna, nata Luisa Maria di Baden.
Di ideologie politiche liberali, egli virò verso quello che definì un "repubblicanesimo autoritario". Combatté instancabilmente per riformare il sistema, infatti le sue vedute progressiste lo resero un membro piuttosto insolito della sua famiglia; il riconoscimento dei contemporanei per le sue doti venne piuttosto dall'estero che dalla Russia. Fu un membro dell'Accademia Francese, presidente della Società Imperiale Russa di Storia, della Società di Pomologia e della Società Geografica Russa; ricevette inoltre una laurea honoris causa in storia e filosofia dall'Università di Berlino e una in storia da quella di Mosca.
Perse il favore imperiale durante l'ultima parte del regno di Nicola II visto che la zarina Alessandra Feodorovna lo disprezzava per le sue vedute liberali. Man mano che la situazione politica dell'impero russo peggiorava egli fece pressioni sullo Zar affinché concedesse delle riforme e partecipò addirittura alle discussioni per organizzare una rivoluzione di palazzo. Dopo la caduta della monarchia venne esiliato a Vologda; venne poi imprigionato dai bolscevichi a San Pietroburgo ed in seguito fucilato fuori dalla Fortezza di San Pietro e San Paolo assieme al fratello Georgij Michajlovič e ai cugini Dmitrij Konstantinovič e Pavel Aleksandrovič.