Luigi Filippo II di Borbone-Orléans
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Luigi Filippo II d'Orléans, noto durante la Rivoluzione con il nome di Philippe Égalité (Saint-Cloud, 13 aprile 1747 – Parigi, 6 novembre 1793), era l'unico figlio maschio del duca d'Orléans Luigi Filippo I e della moglie Luisa Enrichetta di Borbone. Anti-realista e liberale, appoggiò attivamente la Rivoluzione francese, finendo per votare a favore della condanna a morte del cugino Luigi XVI, ma finì anch'egli ghigliottinato durante il Terrore.
Luigi Filippo II d'Orléans detto "Philippe Égalité" | |
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Antoine-François Callet, ritratto di Luigi Filippo II con gli abiti cerimoniali dell'Ordine dello Spirito Santo, seconda metà del XVIII secolo, Reggia di Versailles | |
Duca d'Orléans | |
In carica | 18 novembre 1785 – 6 novembre 1793 |
Predecessore | Luigi Filippo I |
Successore | Luigi Filippo III |
Nome completo | francese: Louis Philippe Joseph d'Orléans italiano: Luigi Filippo Giuseppe d'Orléans |
Trattamento | Sua Altezza Serenissima |
Altri titoli | Duca di Chartres Duca di Montpensier Primo Principe del Sangue |
Nascita | Saint-Cloud, 13 aprile 1747 |
Morte | Parigi, 6 novembre 1793 (46 anni) |
Sepoltura | Cimitero della Madeleine |
Dinastia | Borbone-Orléans |
Padre | Luigi Filippo I di Borbone-Orléans |
Madre | Luisa Enrichetta di Borbone-Conti |
Consorte | Luisa Maria Adelaide di Borbone |
Figli | Luigi Filippo Antonio Filippo Adelaide Luigi Carlo |
Religione | Cattolicesimo |
Padre del futuro re dei Francesi Luigi Filippo, con lui il termine orleanista ha incominciato a essere utilizzato per definire un atteggiamento sociale e politico legato a un'idea di monarchia costituzionale. Il suo voto non fu decisivo per la condanna a morte di Luigi XVI, anche se espresso al momento di una situazione di parità (Luigi Filippo fu l'ultimo dei 24 votanti in un giorno, facendo pendere per la massima pena), perché nelle votazioni successive "la condanna a morte ottenne una maggioranza sufficiente il 17 gennaio 1793, con 387 voti favorevoli e 334 contrari. Raggiunto l'accordo sulla pena, restava da deciderne l'eventuale rinvio, bocciato il 19 gennaio con 383 voti contro 310."