Chi è ebreo?
domanda sull'identità ebraica / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Chi è ebreo? (in ebraico מיהו יהודי?, pronuncia:ˈmihu jehuˈdi) è una domanda basilare sull'identità ebraica e considera il problema dell'auto-identificazione dell'ebreo. La domanda si rivolge alle caratteristiche ebraiche che si focalizzano sulla cultura, religione, genealogia e società, nonché sulla dimensione personale e familiare che costituisce l'ebreo come tale. Oggigiorno ha rilevanza nel contesto del fenomeno dell'immigrazione nel moderno Stato d'Israele secondo la legge del ritorno.
Tale domanda però in ambito ebraico ha riassunto i toni di una discussione soltanto di recente, in seguito alla nascita del movimento riformista; prima di allora la definizione è stata soltanto quella data dall'ebraismo rabbinico.
La definizione di chi sia ebreo varia a seconda che la si esamini, dalla prospettiva ebraica, in base alle norme statutarie religiose, di auto-identificazione, o, dalla prospettiva non-ebraica, per altre ragioni. Poiché l'identità ebraica può includere caratteristiche etniche, culturali e religiose[1], la definizione di chi sia ebreo varia in relazione all'aspetto considerato, che sia religioso, sociologico o etnico[2]. La questione ha dato origine a controversie legali, soprattutto in Israele, dove sin dal 1962 si sono aperti casi giudiziari nei quali la questione è stata approfondita, ma anche in altri Paesi[3][4]. Inoltre, un tribunale del Regno Unito ha dovuto esaminare se il problema avesse connotati di razzismo, nel caso processuale R(E) v Governing Body of JFS (2009)[5][6][7][8][9].
Per la Repubblica italiana l'unica definizione di ebreo giuridicamente rilevante, al fine di ottenere i diritti previsti dall'Intesa tra lo Stato e l'UCEI (ad esempio spostamento di esame pubblico in data diversa dal sabato, rispetto del riposo sabbatico in ambito lavorativo, ecc.) è quella adottata dall'Assemblea Rabbinica Italiana, equivalente all'interpretazione tradizionale dell'ebraismo ortodosso (i discendenti immediati di tutti gli ebrei di sesso femminile - anche apostati - sono considerati ebrei, come lo sono coloro di discendenza matrilineare), e gli unici enti che rilasciano certificazioni di ebraicità giuridicamente rilevanti in Italia sono le locali Comunità ebraiche italiane aderenti all'UCEI[10].
Secondo la definizione più semplice, prettamente religiosa, usata dagli ebrei per la propria auto-identificazione, una persona è ebrea per nascita, oppure lo diventa mediante la conversione religiosa. Tuttavia ci sono differenze di opinione tra i vari rami dell'ebraismo nell'applicazione di tale definizione, riguardo:
- Genitori misti - cioè, se una persona che ha genitori misti, ebrei e non ebrei, debbano essere considerati ebrei.
- Conversione - ossia, quali processi di conversione debbano essere considerati validi.
- Perdita storica dell'identità ebraica - vale a dire, se le azioni di una persona o di un gruppo di persone (come la conversione a una religione diversa) o le circostanze della vita o della comunità (come il non essere a conoscenza di avere genitori ebrei) debbano pregiudicare la propria condizione di ebreo o non-ebreo.
- Identità della diaspora - l'identità degli ebrei tra di loro, e tra i non-ebrei in tutta la diaspora.
- Richiesta di cittadinanza israeliana - esame delle succitate questioni nel contesto delle leggi fondamentali di Israele.