Grímnismál
poema dell’Edda Poetica / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Il Grímnismál (discorso di Grímnir) è uno dei poemi dell'edda poetica, una delle fonti principali della mitologia norrena. È attualmente conservato nel manoscritto Codex Regius e nel frammento AM 748 I 4to.
Come il precedente, è un poema gnomico, ma mentre il Vafþrúðnismál ("Discorso di Vafþrúðnir") era un dialogo, in cui due voci si alternavano a dimostrare la loro sapienza, il Grímnismál consiste in un monologo, col quale Odino, celato sotto il nome di Grímnir, svela a re Geirrøðr i misteri del mondo divino.
Anche qui la sapienza mitologica viene inserita in una cornice: l'infido Geirrøðr, divenuto re dopo aver eliminato il fratello maggiore, rivela una natura assai poco generosa maltrattando coloro che giungono alla sua dimora chiedendo ospitalità. È il caso di un viandante di nome Grímnir, che il re lega tra due fuochi divampanti per indurlo a confessare chi sia. Dopo otto giorni di ostinato silenzio, il prigioniero prende la parola e, in un lungo monologo, rivela al re e al giovane figlio di questi, Agnarr, tutto quanto vi sia da sapere sull'universo e sugli dèi, culminando con l'elenco dei nomi con i quali Grímnir si è fatto conoscere nel corso dei suoi viaggi, alla fine del quale si scoprirà che il viandante è lo stesso Odino, di cui il re aveva fino ad allora goduto il favore. Terrificato dall'apparizione, Geirrøðr balza in avanti per liberare il dio ma cade sulla sua spada e muore. Il figlio Agnarr, di animo giusto e generoso, gli succede.