Disordini di Memphis del 1866
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I disordini di Memphis del 1866[1] (detti anche massacro di Memphis) furono una serie di eventi violenti che ebbero luogo tra il 1º maggio 1866 e il 3 dello stesso mese a Memphis, nel Tennessee (USA). La violenza razziale fu innescata da razzismo politico e sociale a seguito della guerra di secessione, nei primi stadi dell'era della ricostruzione.[2] Dopo un alterco a colpi di arma da fuoco tra poliziotti bianchi e veterani di colore recentemente congedati dallꞌesercito dellꞌUnione, folle di residenti bianchi e poliziotti si scatenarono nei sobborghi della gente di colore e nelle case degli ex schiavi liberati, attaccando e uccidendo soldati e civili di colore e commettendo molti atti di rapina e incendi.
Disordini di Memphis del 1866 | |
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Attacco dei bianchi agli uomini di colore nel 1866 a Memphis (da Harper's Weekly) | |
Data inizio | 1º maggio 1866 |
Data fine | 3 maggio 1866 |
Luogo | Memphis |
Stato | Stati Uniti |
Stato federato | Tennessee |
Contea | Contea di Shelby (Tennessee) |
Le truppe federali furono inviate per reprimere la violenza e la pace fu ripristinata il terzo giorno. Un successivo rapporto da parte di un Comitato del Congresso descrisse in dettaglio la carneficina, con le persone di colore che soffrirono di gran lunga la maggior parte dei ferimenti e degli omicidi: 46 persone di colore e 2 bianchi furono uccisi, 75 persone di colore ferite, più di 100 di loro rapinate, 5 donne di colore stuprate e 91 abitazioni, 4 chiese e 8 scuole (tutte le chiese e le scuole delle persone di colore) bruciate nella comunità delle persone di colore.[3] Moderne stime calcolano le perdite patrimoniali in oltre $100000, sofferte per la maggior parte da persone di colore. Molti fra questi ultimi lasciarono la città per sempre ed entro il 1870 la popolazione era calata di un quarto rispetto al 1865.
La pubblica attenzione a seguito dei disordini e dei rapporti sulle atrocità, insieme al massacro di New Orleans del 1866, avvenuto in luglio, rafforzarono il caso posto dai Repubblicani Radicali nel Congresso degli Stati Uniti che più ebbe da fare per proteggere gli ex schiavi liberati negli Stati Uniti meridionali e garantire loro pieni diritti come cittadini.[4] Gli eventi influirono sull'approvazione del XIV emendamento, che garantiva piena cittadinanza agli Afro-Americani, come anche alle Leggi di Ricostruzione, che stabiliva distretti militari e supervisione su certi stati.[5]
Indagini sui tumulti suggerirono specifiche cause relative alla concorrenza nella classe lavoratrice per abitazioni, lavoro e spazio sociale: gli Irlandesi americani e i loro discendenti erano in concorrenza con gli schiavi liberati in tutte queste categorie.
I proprietari bianchi di piantagioni volevano portare gli schiavi liberati fuori da Memphis e farli tornare alle piantagioni per sostenere la coltivazione del cotone con il loro lavoro. La violenza era il modo di rafforzare l'ordine sociale dopo la fine dello schiavismo.[6]