Ciriaco d'Ancona
archeologo e umanista italiano (1391-1452) / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Ciriaco Pizzecolli, o de' Pizzicolli, noto come Ciriaco d'Ancona (Ancona, 31 luglio 1391 – Cremona, 1452), è stato un archeologo, umanista, epigrafista e viaggiatore italiano. Per la sua attività di ricerca di testimonianze storiche, realizzata in numerosi paesi del Mediterraneo, nell'intento di salvarle dall'oblio e dalla distruzione, è considerato, anche dai suoi stessi contemporanei, pater antiquitatis, il fondatore o "padre dell'archeologia". Le sue stesse parole ne testimoniano la vocazione[1]:
«Spinto da un forte desiderio di vedere il mondo, ho consacrato e votato tutto me stesso, sia per completare l'investigazione di ciò che ormai da tempo è l'oggetto principale del mio interesse, cioè le vestigia dell'antichità sparse su tutta la Terra, sia per poter affidare alla scrittura quelle che di giorno in giorno cadono in rovina per la lunga opera di devastazione del tempo a causa dell'umana indifferenza...»
(Ciriaco d'Ancona, Itinerarium)
Oggi è perciò considerato internazionalmente il fondatore in senso generale dell'archeologia[2], mentre Winckelmann, con la pubblicazione della "Storia delle arti del disegno presso gli antichi", è considerato il fondatore dell'archeologia moderna[2].
Si deve a lui l'identificazione del Partenone e delle Piramidi, che riscoprì leggendo i testi classici: fu tra i primi a riconoscerne il valore nell'interpretazione dei monumenti archeologici[3].
Per quanto riguarda l'epigrafia greca e l'epigrafia latina, fu inoltre un vero pioniere; Giovanni Battista de Rossi, il noto archeologo ottocentesco, disse che l'attività di Ciriaco nel copiare le iscrizioni antiche era compiuta con un'accuratezza tale da essere il merito e la gloria imperituri sul capo di Ciriaco; Theodor Mommsen lo considerava il padre fondatore dell'epigrafia[4]. Le sue trascrizioni sono ampiamente utilizzate nel Corpus Inscriptionum Latinarum.
Da rilevare anche il contributo fondamentale per il recupero della scrittura epigrafica romana[5], reso possibile grazie alla sua opera, che oltrepassa la mediazione della scrittura carolina: secondo Ciriaco, l'unico, vero carattere lapidario romano va ricercato solo nell'esame delle antiche epigrafi, senza ricorrere a mediazioni medievali[6].
In conclusione si può dire che Ciriaco si può considerare il maggiore tra gli umanisti che svolsero attività di ricerca sull'antichità greca e romana[7][8] e che la sua opera epigrafica e archeologica rimase sostanzialmente insuperata fino alle soglie dell'Illuminismo, quando l'Impero ottomano cominciò a permettere il ritorno in Grecia e in Asia Minore di eruditi occidentali[9][10].