Omosessualità e cattolicesimo
posizioni della Chiesa Cattolica rispetto all'omosessualità / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Molteplici sono i documenti emanati dalla Chiesa cattolica in merito all'omosessualità. La posizione generale attuale è espressa nella Dichiarazione circa alcune questioni di etica sessuale emanata dalla Congregazione per la dottrina della fede nel gennaio 1976, la quale, dopo aver distinto tra omosessuali la cui tendenza [...] è transitoria e omosessuali [...] di istinto innato o di costituzione patologica, giudicata incurabile, indica per questi ultimi che:
«La loro colpevolezza sarà giudicata con prudenza; ma non può essere usato alcun metodo pastorale che [...] accordi loro una giustificazione morale. Secondo l'ordine morale oggettivo, le relazioni omosessuali sono atti privi della loro regola essenziale e indispensabile[1]»
Posizione ribadita dieci anni dopo nel documento "De pastorali personarum homosexualium cura" (Cura pastorale delle persone omosessuali), emanato dalla stessa Congregazione per la dottrina della fede nel 1986 a firma dell'allora cardinale Joseph Ratzinger, che recita:
«Occorre invece precisare che la particolare inclinazione della persona omosessuale, benché non sia in sé peccato, costituisce tuttavia una tendenza, più o meno forte, verso un comportamento intrinsecamente cattivo dal punto di vista morale. Per questo motivo l'inclinazione stessa dev'essere considerata come oggettivamente disordinata»
(De pastorali personarum homosexualium cura, 1986, Joseph Ratzinger)
La posizione dalla Chiesa cattolica è attenta alle discriminazioni subite dal singolo omosessuale e condanna fermamente qualsiasi atto o espressione malevola nei suoi confronti[2]; al contempo la Chiesa cattolica esprime una netta contrarietà a qualunque riconoscimento pubblico delle unioni tra persone dello stesso sesso, il che è, per alcuni critici, evidenza di omofobia ideologica nella tradizione cattolica[3][4] o, più semplicemente, la risultanza di principi provenienti dal proprio magistero religioso (di matrice evangelica),[5] rientrante fra i diritti, anche costituzionali,[6] al proprio credo.
La posizione magisteriale incontra tuttavia un certo dissenso nella stessa Chiesa, sia fra i fedeli di alcune aree geografiche[7], che fra alcuni vescovi[8] che fra gli stessi teologi[9]. Nell’ultimo pontificato, stiamo assistendo ad un cambiamento: le dichiarazioni di Papa Francesco: “Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarla?”[10] hanno fatto discutere, lo stesso Pontefice ha poi condannato pubblicamente la criminalizzazione dell’omosessualità[11].