9º Reggimento d'assalto paracadutisti "Col Moschin"
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Il 9º Reggimento d'assalto paracadutisti "Col Moschin" è il reparto di incursori (Tier 1) dell'Esercito Italiano. Dal 20 settembre 1954 è il precursore dei reparti delle forze speciali italiane.
9º Reggimento d'assalto paracadutisti "Col Moschin" | |
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Stemma del 9º Reggimento d'assalto paracadutisti "Col Moschin" | |
Descrizione generale | |
Attivo | 1954 - oggi[1] |
Nazione | Italia |
Servizio | Esercito Italiano |
Tipo | Forze Speciali (FS - TIER1) |
Incursori | Operazioni speciali, guerriglia, azioni dirette, guerra non convenzionale, antiterrorismo, liberazione ostaggi, scorta, ricognizioni speciali |
Dimensione | Reggimento (il numero esatto è segreto militare) |
Guarnigione/QG | Caserma "Vannucci" di Livorno, Toscana |
Soprannome | Col Moschin Nono "Il Reggimento" |
Patrono | San Michele Arcangelo |
Motto | Della Folgore l'impeto |
Marcia | Come Folgore dal Cielo |
Battaglie/guerre | Guerra in Afghanistan Guerra in Iraq |
Missioni di peacekeeping | Libano II UNOSOM II UNITAF |
Parte di | |
Comando delle forze speciali dell'Esercito | |
Comandanti | |
Comandante attuale | colonnello Luigi Giovanni Isoni (dal 2021)[2] |
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Il Reggimento "Col Moschin" è inquadrato nel Comando delle forze speciali dell'Esercito e tiene in custodia la bandiera del IX Reparto d'Assalto, del quale ha ereditato sia l'anno di costituzione (1918), sia il nome del luogo che fu teatro di un'epica azione, sia le mostrine (fiamme nere degli Arditi), riadottate nel 2006. Dal 1995, nel quadro di ristrutturazione dell'Esercito Italiano, è passato da battaglione a reggimento.
La base del reggimento è a Livorno, presso la caserma "Vannucci". Esiste anche un centro di addestramento in provincia di Pisa, denominato Base addestramento incursori (BAI), situato nel parco regionale di San Rossore (ex tenuta presidenziale) vicino alla foce del fiume Arno, utilizzato per le attività anfibie e subacquee del reggimento.[3]
Svolge compiti altamente strategici per la sicurezza e la difesa della nazione e operazioni ad alto rischio appositamente designate, pianificate e organizzate utilizzando tecniche e modalità di impiego non convenzionali. Gli incursori che ne fanno parte sono addestrati per compiere missioni di combattimento ad azione diretta e indiretta, anche in ambienti e contesti particolarmente ostili e a grande distanza dalle unità amiche, in contesti asimmetrici, operando solitamente sulla base di piccoli gruppi o "distaccamenti".[4]
Per l'attività operativa dipendono dal COFS, il Comando interforze per le operazioni delle forze speciali.
L'addestramento è tra i più duri e selettivi delle forze armate italiane e la qualifica di incursore si ottiene solo dopo un lungo iter addestrativo che dura circa due anni [5].